venerdì 7 agosto 2015

L'illusione della fase C, la mobilità straordinaria e il rischio di restare nelle regioni di “rientro”

In queste settimane molto si è detto del fatto che chi entrava in fase B era svantaggiato rispetto a chi entrava in fase C perché quest'ultimo con meno punti aveva la possibilità di una sede più vicina.

La questione in realtà non ha ragione di essere in quanto in tutte queste discussioni non si considera il comma 108 della legge 107/2015 quello che regola la mobilità straordinaria.

Di fatto la mobilità straordinaria riguarda tutti i docenti che sono entrati in ruolo prima dell'anno scolastico 2014/2015, e poi successivamente (SUCCESSIVAMENTE) coloro che sono entrati in ruolo grazie al piano straordinario nelle fasi B e C dalle Graduatorie ad Esaurimento (anche questo apparente vantaggio vedremo che non è un vantaggio per chi entra nelle fasi B e C da GaE).

Se si vuole avere un idea numerica del problema bisogna andare a vedere quante persone hanno fatto richiesta di assegnazione provvisoria interprovinciale o di trasferimento interprovinciale ed aggiungeteci un 30% per considerare anche quelli che erano nel blocco triennale. E già perché queste persone saranno tutte interessate a fare domanda di mobilità straordinaria e tornare nella loro provincia (considerate che ci sono persone che insegnano nella loro provincia usufruendo dell'assegnazione provvisoria da anni pur non ottenendo il trasferimento).

Tutte queste persone già di ruolo presumibilmente faranno domanda di trasferimento nella loro provincia di residenza, o di residenza dei loro cari, il che significa in Campania, Puglia, Calabria, Sicilia... tutte le regioni che hanno sempre sofferto del problema rientri.

E dunque tutti i posti dati in fase C quest anno, e tutti i posti del turn over dell'anno prossimo, verranno quasi certamente occupati dai docenti entrati in ruolo nel 2014/2015 e negli anni precedenti (e non sono pochi), ma questo significa che coloro che contavano sulla fase C per restare in provincia essendo obbligati a presentare domanda per la mobilità straordinaria (o peggio essere assegnati d'ufficio) andranno necessariamente ad occupare i posti lasciati liberi dai colleghi che rientreranno grazie alla mobilità straordinaria.


Inoltre dato che la mobilità straordinaria riguarda anche il turn over dell'anno prossimo questo implica che per il 2016/2017 i posti per le immissioni in ruolo nelle regioni di “rientro” saranno probabilmente prossimi allo zero mentre nelle altre regioni come al solito saranno in numero maggiore. La drammaticità è in parte mitigata dal fatto che dovendo ora i docenti restare per 3 anni nell'organico di una data scuola il turn over 2017/2018 e quello 2018/2019 non dovrebbe essere intaccato da ulteriori trasferimenti e andrà interamente alle assunzioni in ruolo prossime venture (50% alle GaE e 50% alle GM del futuro concorso).

Bisogna aggiungere anche alcune considerazioni sulle supplenze e sul richiamo della FAQ all'impossibilità di fare più di 36 mesi di supplenza sorvolando sul fatto che il vincolo dei 36 mesi è limitato alle supplenze su posti vacanti e disponibili (comma 131 legge 107/2015), l'apparente contraddizione deriva dal dimenticarsi che tutti i posti andranno in organico dell'autonomia e quindi saranno disponibili per immissioni in ruolo e trasferimenti con il rischio di ridurre drasticamente le supplenze non tanto perché chi entra sul potenziamento occuperà quei posti ma perché ci saranno trasferimenti su tutto l'organico dell'autonomia (e quindi anche l'attuale organico di fatto) pericolo richiamato nelle FAQ (domanda e risposta 19).

In pratica non presentare la domanda espone al doppio rischio di restare senza immissioni in ruolo l'anno prossimo e trovarsi anche buona parte delle supplenze coperte da personale neo-trasferito (nelle regioni di rientro) .

In definitiva ai fini della provincia non conta tanto la provincia assegnata in fase C (dove si andrà a prendere servizio al termine della supplenza al termine delle lezioni o superiore) ma la provincia in cui ci si ritroverà al termine della mobilità straordinaria prevista dal comma 108 della legge 107/2015. E considerando tale piano di mobilità ci si rende conto dell'enorme rischio (in termini di dilatazione dei tempi e della riduzione delle supplenze) cui ci si espone non presentando domanda di partecipazione al piano straordinario di assunzioni previsto nelle fasi B e C.

Chi invece ha interesse ad entrare in ruolo nelle regioni del nord ha il massimo interesse a partecipare alla fase nazionale dato che quasi sicuramente nella fase di mobilità straordinaria si vedrà assegnare la provincia di suo interesse (per la maggior disponibilità di posti creati dal turn over e dall'organico dell'autonomia) e quindi partecipando al piano nazionale guadagna un anno di nomina giuridica (tra le altre cose).